giovedì 29 dicembre 2011

Christmas lies...


Ma come siamo bravi! Con quanta abilità (stavolta suggerita da chi?...) sappiamo riempire di parole, tanto belle quanto ipocrite, i nostri teneri sms di auguri natalizi, spesse volte replicati all'infinito, come tanti cloni di un originale che non è neanche autentico!
E quante volte si scomoda anche il piccolo ed innocente Bambino del presepe, evocato come pargoletto fragile, bisognoso di cure e di latte e destinatario di tutte le nostre ansie, le nostre preoccupazioni, le nostre richieste...
Povero Bambino, chissà se sa quale falso candore si nasconde dietro quelle parole!!!
Ma per fortuna quel Bambino, che presto diventerà Uomo, conosce nel profondo l'animo dell'essere umano, anche di quello più spregevole e, se si è lasciato adagiare, solo apparentemente piccolo e innocente, in una povera mangiatoia, è solo perchè vuole insegnarci, ogni volta che nasce, ad essere come lui è: limpido, trasparente, sincero...
E' fin troppo facile invitare gli altri ad aprire il loro cuore, ad accogliere il nuovo Nato, a lasciarsi abitare da Lui... Ben più difficile (...impossibile?) farlo di persona, specialmente quando si è superata di gran lunga la misura della lealtà e si è scivolati, ormai irrimediabilmente, nel tugurio della menzogna senza fine...
Allora, continuiamo pure a metterci il vestito bello, ad indossare il sorriso più tenero e lo sguardo più carezzevole, continuiamo pure a dare di noi la falsa immagine angelica che cela quella vera diabolica, ma non dimentichiamoci di coprirci bene il volto, perchè c'è sempre qualcuno, sulla faccia della terra, fosse anche una sola persona, che quel volto lo conosce bene, ne ha scrutato ogni piega, ogni ruga, ogni posto dove si nascondono per bene la malvagità e la cattiveria...
E allora invece di parlarne soltanto, viviamola davvero una "vita altra"... Perchè fin quando non troveremo il coraggio di svelarci da soli, o fin quando (e sarà peggio) qualcuno non svelerà il nostro vero volto, non serve a niente invocare la luce, la gioia, la speranza e nè desiderare una vita piena e vera...
Una vita piena e vera esiste solo se non ci sono ombre, se non ci sono sofferenze, se non c'è niente di irrisolto... in caso contrario è tutto e solo "falsità"...

P.S. ...e il Bambino lo sa benissimo!!!

giovedì 1 dicembre 2011

Le amiche


Chissà perchè le persone più speciali sono sempre quelle la cui vita non è stata facile, sono quelle che sono state maltrattate, o dagli uomini o dal destino, sono quelle che hanno inciampato, sono cadute e a fatica si sono sempre rialzate... Sono quelle persone che nonostante tutto, riescono a conservare il sorriso, la dolcezza e la purezza del cuore e li sanno condividere e donare agli altri...
Nella mia vita ho incontrato qualche (poche, per fortuna) persone che di speciale non aveva nulla, se non una falsa apparenza... di quelle persone che hanno la capacità malvagia e diabolica di accarezzarti con una mano e pugnalarti con l'altra, che ti accarezzano mentre ti massacrano e ti lasciano lì, ferita e in lacrime, dimenticandosi presto di te...
Ma ho incontrato anche persone speciali (pochissime, purtroppo) che hanno saputo dare luce al buio che qualche volta era diventata la mia vita e ho capito che, quando ho pregato per trovare una speranza, colui che esaudisce le preghiere ha messo queste persone sulla mia strada...
I loro nomi non sono importanti, loro sanno chi sono e cosa rappresentano per me, sanno quanto voglia loro bene e quanto mi siano di aiuto...
Questo piccolo pensiero è per l'ultima arrivata... per la mia dolce, nuova, cara, amica speciale che ama i gatti e soccorre le anime randagie che non trovano pace... che ha saputo, come fanno le altre, ascoltarmi, sorridermi e farmi capire che un motivo per farlo c'è sempre, anche quando non sembra così...

domenica 27 novembre 2011

Avvento


Si ricomincia un altro anno, in compagnia di Marco... Ancora Marco... Pensavo di non poter sopravvivere un giorno, invece sono sopravvissuta fino a qui, trascinandomi dietro un'anima lacerata che ancora cambia le bende alle sue ferite...
La salita è dura, pesante, con strappi che sembrano impossibili da superare, eppure se ogni giorno questa vita mi costringe ad alzarmi dal letto ed a vivere una nuova giornata di assenza, posso riuscire a superare anche le salite più ardue...
E poco importa se questo "cammino verso..." che inizia oggi, ha per me sempre la stessa destinazione: una pace che non ho più, una gioia che è smarrita, un sorriso che non si riaccende, nonostante gli sforzi...
E' stato come aver vissuto lunghi anni su uno di quei pullman turistici panoramici, dalla cima dei quali puoi vedere tutte le bellezze di un determinato posto... Ecco, io dalla cima di quel pullman ho visto tantissime cose belle, peccato che il mio sguardo si manteneva sempre alto, perchè se solo si fosse abbassato un pò, avrei potuto notare anche le cose brutte che il posto che stavo vivendo nascondeva... E poi un bel giorno quel pullman si è fermato e io ho dovuto scendere e, nello scendere, non ho potuto fare a meno di mettere i piedi nel fango, ed è stato allora che il cuore mi è scivolato dal petto ed è rotolato via da me...
Il mio cammino d'Avvento è seguire il percorso di quel cuore che continua a scappare da tutto il male che ha incontrato e che ha paura di tornare indietro e riprendere il suo posto...
Chissà se lo raggiungerò mai, chissà se riuscirò a convincerlo che ci sono ancora tante cose belle da vedere, ci sono nuovi pullman su cui salire, ci sono altri sorrisi da sorridere...
Intanto è di nuovo novembre, è di nuovo Avvento, è di nuovo Marco... il vangelo di Marco...

mercoledì 16 novembre 2011

La mancata perfezione

In principio fu il "Mulino Bianco" e poi, passando da svariate altre favole, si arrivò, ai giorni nostri, allo spot "Thun"....
Tutto per propinarci sempre e solo improbabili famiglie perfette, che vivono in fiabesche ed impossibili case perfette, con perfette tavole imbandite, con perfetti caminetti che scoppiettano...
E pure con, manco a dirlo, mogli perfette (magari incinte), mariti perfetti ( di quelli che non tradiscono mai), bambini (sempre due: un maschio ed una femmina) perfetti e, come se non bastasse, anche nonni, naturalmente perfetti!
E le storie, poi? Anch'esse perfette: il negozio addobbato per le feste, il negoziante che ti fa perfino un regalo (ma dove? quando?) e, come ciliegina sulla torta, dentro l'albero di Natale e fuori i fiocchi di neve...
Ma la vita al di qua del televisore e tutta un'altra cosa: il camino non scoppietta, le candele non lucciano, i nonni sono diventati bambini capricciosi e l'amore si è infranto, come fragile vetro, davanti alla realtà...

mercoledì 26 ottobre 2011

Dell'amore



Chi lo dice che dal parrucchiere si trovano solo giornali di terz'ordine? Leggete un pò cosa ho trovato oggi tra un taglio e una piega... E chissà che non possa essere di aiuto a qualcuno che... per caso... per sbaglio... per inciampo... o semplicemente per nostalgia... si trova a passare per questo blog, nel suo viaggio alla ricerca di pace...

Dice san Giovanni di Dio che quando ci presenteremo di là, al cruciale appuntamento dopo questa vita, una sola cosa ci verrà chiesta. Non ci sarà chiesto di che razza, colore o religione eravamo, ma ci verrà domandato solo: "Dimmi quanto hai amato". Ama con tutte le tue forze. Spenditi. Datti senza risparmio agli altri. Non attendere che gli altri t'amino, amali tu per primo e ama tutto ciò che ti circonda, dagli alberi e dagli eucalipti agli animali, ad ogni forma della vita. Ama le tue strade, il tuo lavoro. Ama il tuo amore. E ogni amore che avrai dato agli altri, ritornerà a te. Amali - gli altri - a prescindere, amali per rispetto a te, prima ancora che a loro. Dice: "Ma se loro non m'amano?". Che te ne frega a te? Loro facessero quello che gli pare, ma tu mettiti in regola con l'abbonamento tuo. Amali uguale, e peggio per loro.
Per quanto riguarda invece quel tipo di amore che unisce due persone anche con la passione e l'eros, è sicuramente meglio che voi cerchiate di costruirvi un amore che duri tutta la vita e pure oltre. E' quello che si chiama amore coniugale, ma non va confuso con l'innamoramento o la sola passione. La passione - è ovvio - è la condizione direi fondamentale per costruire l'amore, ma non è la stessa cosa. La passione è subitanea: attrae e unisce i corpi, ma è l'amore che lega le anime, che costruisce man mano.
Quando la passione è ancora cogente e voi il partner ve lo sognate pure la notte, allora vi plasmerete a forma sua, per accoglierne, insieme al corpo, anche l'anima e le abitudini. E lui/lei si modellerà alla forma vostra, e l'incastro sarà perfetto.
Quando avrete trovato la persona giusta - quella con cui condividere la vita - voi dovrete dire a voi stessi: "E' per sempre! Io resterò qui per sempre, qualunque cosa accada!".
Se è "per sempre", voi vi sederete lì, attorno al tavolo, e troverete la soluzione che sempre c'è, a qualunque guaio o problema che la vita vi porrà davanti. Guai ad andare a piangere ognuno per suo conto. Piangete assieme, parlate parlate parlate, non nascondetevi niente, e ogni lagrima versata assieme cementerà ancora più il vostro amore.


Ora puoi riprendere a respirare, perchè se non hai trattenuto il fiato mentre leggevi come l'ho trattenuto io, allora non hai mai amato come ho amato io...

P.S. Lo scritto è di Antonio Pennacchi

mercoledì 19 ottobre 2011

Verità e speranza


La VERITA' spesse volte è sopravvalutata: a volte è meglio non saperla e continuare a tenere dentro la SPERANZA.

venerdì 7 ottobre 2011

Certi giorni...

Certi giorni vorresti dire tante cose, ma poi finisci per non dirne neanche una... Certi giorni hanno addosso l'odore della nostalgia che toglie sapore ogni cosa... Certi giorni sono come una sciarpa di seta che vorresti tenerti al collo e che invece scivola sempre giù dalla schiena...Certi giorni senti il vento che sussurra e cerchi di ascoltare cosa vuole raccontare, ma ti accorgi che non parla a te... Certi giorni sono colla spalmata addosso che appiccica e soffoca... Certi giorni sono lontani, lontani come i giorni che devono arrivare... Certi giorni sono vicini, vicini come i giorni passati che non vogliono passare... Certi giorni senti forte il silenzio che ti rimbomba nelle orecchie e vorresti alzare al massimo il volume del mondo per non sentirlo più... Certi giorni si stampano addosso come un marchio a fuoco e nessun tempo li cancella via...



Capita, in certi giorni,
di frugar pensieri senza trovar pace,
virtuosismi della mente arrancante nel vuoto,
ingarbugliata in fili,
passivamente incatenata
ad un presente che era futuro ed è già passato.

venerdì 16 settembre 2011

Passioni


"Nulla di grande è stato mai prodotto al mondo senza la passione". Già, la passione... quella cosa che non si tocca, ma che ci fa toccare vette inimmaginabili, che ci spinge e compiere gesti che, altrimenti, non compieremmo mai, se non forse per dovere.
Cos'è un uomo senza una passione che ne muova l'animo? Ditelo a un pittore che lavora ore ed ore senza riposare pur di finire il suo quadro, ditelo ad uno scalatore che affronta il freddo su una parete per arrivare a respirare l'aria rarefatta della cima, ditelo ad un innamorato che si alza all'alba e percorre centinaia di chilometri solo per dare un bacio alla sua amata...
Io ringrazio Dio per avere ancora la passione dentro di me, per credere ancora che si può rincorrere un sogno, anche a rischio di non acchiapparlo, per avere così tanto amore dentro da pensare che chiunque abbia un cuore, pur sapendo che non è così...
E quanta tristezza quando un uomo contraddice il suo cammino... quando torna indietro, allo stato di bestialità, che amore e ragione dovrebbero aver vinto... quando nega a se stesso l'occasione per fare "storia" e, soprattutto, per fare pace con se stesso... quando nasconde le sue passioni dietro la porta della vigliaccheria...

giovedì 15 settembre 2011

L'attesa


La trepidazione dell'attesa è il momento più dolce...quel pregustare l'incontro di occhi, quell'immaginare lo sfiorare leggero delle mani... quel sentire nel naso l'odore buono che ha il bucato appena steso e che è lo stesso odore che dà la felicità...
E' il cuore che si affaccia alla finestra e scruta fino in fondo alla strada fino a che il sogno non gira l'angolo e si fa presente...
Il "dopo" è sempre e solo un inutile cercare di fermare il tempo, quando non è il tentativo frenetico di colmare una delusione..
Ma adesso... l'attesa... è pari pari al fremere tenero che ha la gioia...

mercoledì 14 settembre 2011

Senza paracadute...


Come volevasi dimostrare, gli indizi non sono passati inosservati... E se tanto mi dà tanto, ormai appare chiaro che il mistero è stato svelato...
Ora il gioco passa all'avversario...
Se sapessi come si gioca a scacchi, adesso starei a difendere la regina: in tutto questo è lei quella che rischia di più...
Ma si sa, sentimenti e saggezza non hanno mai fatto rima...
E a volte correre dritta dritta verso il proprio destino, rischiando di perdere tutto, è meravigliosamente inevitabile...

martedì 13 settembre 2011

Un sogno al volo


Che io sia una "sognatrice cronica" lo si sa da sempre... Che io ami buttarmi in situazioni che mi portano solo dolore è noto a tutti... Che sia capace di farmi dei bellissimi film, di cui sono sceneggiatrice, attrice, produttrice e che nonosante io speri finiscano sempre con un immancabile lieto fine, in realtà hanno un finale tragico, anche questo si sa... Che nonostante tutto, e quando dico tutto intendo "tutto-quello-che-è-stato", io abbia ancora voglia di volare, è irrimediabilmente vero...
E allora, valigia in mano, si parte... e se il paracadute non c'è chissenefrega... se da certe altezze "non ci si salva mai" chisseneimporta...
Oggi sul giornale c'era scritto "se ti manca quello che avevi, vai a riprendertelo" e io sto volando verso quel sogno, con le mie piccole alucce e le stelline nel cuore..
Posso atterrarci sopra morbidamente o posso sbatterci contro violentemente, ma almeno potrò dire "io ero lì"...

domenica 11 settembre 2011

Indizi


Quando si giocava si cominciva sempre con un indizio, ma siccome al primo non indovinavo mai, se ne aggiungevano almeno altri due e comunque non indovinavo lo stesso. C'era chi invece trovava la soluzione al primo colpo, e a volte anche senza indizio e a me montava una rabbia che non vi dico!
Poi il tempo dei giochi è finito e gli indizi sono andati in pensione. Ma io continuo a lasciarne sempre tanti dietro di me, forse pensando che, alla fine, qualcuno che ha ancora voglia di mettersi in gioco ci sia, lì fuori, da qualche parte.
I miei indizi di oggi sono: un castello, una maglietta rossa e un quadernino di appunti...
Solo chi sa, indovinerà...
La soluzione dovrà essere svelata ai piedi del castello, al buio della sera, sperando che a far da testimone, ci sia ancora la luna che c'è stasera...

giovedì 8 settembre 2011

Just an illusion


Come al solito, mi faccio sempre dei bei film in testa, con tanto di lieto fine... invece non è per niente così.
Non avverrà... non succederà... non ci sarà... vero?

mercoledì 7 settembre 2011

L'incontro


Ad un certo punto arriva, per qualcuno, un bel giorno in cui diventa chiaro che non si può scappare per sempre, non si può sfuggire in eterno a se stesso, alle proprie bugie, ai propri errori, al male che si è fatto, consapevolmente o senza rendersene conto. E' quel momento in cui ci si sveglia nel cuore della notte e ritornano alla mente degli occhi, un volto, un sorriso, delle lacrime che non fanno più prendere sonno. E forse si comincia a capire che si sta avvicinando il giorno in cui è necessario far pace con quelle ombre, in cui bisogna tirare giù dal soffitto quel palloncino che se ne sta da troppo tempo attaccato lì, con la sua cordicella colorata a penzolare.

Spesso, poi, tutto questo coincide, per qualcun'altro, con il momento in cui è necessario rituffarsi in uno sguardo che si è amato e che ha ferito, ferito fin nel più profondo... un momento in cui il bisogno di verità è così urgente da fare male... un momento in cui sentire sotto le dita il calore familiare che, da solo, bastava a riempire una vita... Ora invece rimangono solo quei ricordi crudeli che assalgono quando uno non se lo aspetta e lasciano un lieve dolore dove gola e petto si uniscono e per quanto si deglutisca non se ne va giù.

Può accadere, infine, che questi due desideri riescano anche ad incontrarsi, a coincidere, a battere nello stesso momento... Può bastare una data, un evento, una città, il ricordo di istanti in cui l'incontro di occhi, l'ascolto delle parole, era l'eternità...
Può bastare poco, l'occasione la dà il tempo, a noi basta presentarci all'appuntamento...
"Siamo infatti ospiti di un evento che ci trascende e nelle cose d'amore nulla possiamo decidere".

domenica 4 settembre 2011

Ti penso



E ti penso come se ci fosse
dentro al mio silenzio la tua voce calda...
...io ti penso come se dal vento
mi cadessi addosso senza far rumore...
...ti penso quando viene sera
perchè la penombra mi fa immaginare...
...mi distendo, guardo verso il cielo
per cercare il tetto delle tue spalle bianche...
...io ti penso perchè non pretendo,
come fanno gli altri, di dimenticare...
... e ti penso perchè nella gola
mi è rimaso il gusto delle tue risate,
come se ingoiando il tuo sorriso
io riuscissi ancora a farmi contagiare,
ma mi trovo a ridere da sola,
adesso che ti penso...
Ti penso, ti penso,
anche se non ha più senso ritornare insieme a te...
...ma io ti penso lo stesso,

domenica 14 agosto 2011

Troppo...


Che poi ci sono notti come questa che non si riesce a dormire, perchè è troppo caldo anche se la finestra è spalancata, perchè è troppo tardi e il sonno è passato, perchè la luna è troppo grande e il cielo troppo blu, perchè il canto delle cicale è troppo forte, e la risacca del mare è troppo lontana, perchè i ricordi sono troppo pesanti...
Ci si rigira tra le lenzuola cercando un odore che non si sente da troppo tempo, stringendo forte tra le ciglia quel barlume di torpore che prelude al sonno, ma troppo corre il cuore inseguendo sogni che sono troppo difficili da sognare e gli occhi si spalancano di botto...
E se poi si sente lontano una melodia napoletana con un "tu si 'na cosa grande pe me", allora tutto diventa veramente "troppo"...

mercoledì 10 agosto 2011

Una stella che va in sù


Ho deciso! Stanotte non voglio una stella cadente, ma voglio una stella che torni in su. Non mi serve aspettare di esprimere un desiderio e sperare che la scia di qualche stella lo realizzi. Voglio afferrare al volo una stella che sale e il desiderio voglio andare a prendermelo, già realizzato, già pronto, messo lì come un pacco dell'ikea, che te lo prendi, te lo porti a casa e te lo monti in pochi minuti.
E allora via di corsa nel prato a prendere una di quelle cordicelle che scendono dal cielo, quelle appese ad ogni stella e che nessuno vede mai e poi lasciarsi sollevare da terra e liberarsi, leggera, in alto... Alzarsi in volo sopra la città, sopra le strade, le case, i palazzi... sopra la tristezza e la solitudine... sopra gli alberi del parco e sopra la cime delle montagne... Salutare con la mano le aquile e i falchi e sorridere ai passeggeri di un aereo che occhieggia allegro, con le sue lucette verdi e rosse, diretto verso il paradiso... E continuare a salire, su, sempre più su, fino alla casa delle stelle, lì dove ogni desiderio è avverato, ogni sogno è realizzato...
Ho deciso! Ho bisogno di ricominciare a volare: stanotte niente stelle cadenti, ma solo stelle che vadano in sù...

martedì 2 agosto 2011

Buon compleanno!


Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre.

sabato 23 luglio 2011

Stanca


Sono stanca, e la cosa non mi piace. Sono stanca di cercare, senza trovarla, una risata perduta. Sono stanca di non volermi bene. Stanca di non piacermi. Stanca di aspettare di avere domani quello che mi sarei meritata di avere ieri. Stanca di cercare di essere utile a tutti, dimenticando di cercare di essere utile a me. Stanca di sorridere, quando dentro di me scorrono fiumi di lacrime. Stanca di dire "va bene" quando invece niente va bene. Stanca di pensare che c'è chi non ha neanche la metà di quello che ho, laddove baratterei il mio intero per avere la metà di un altro. Stanca di raccontarmi che tutto si sistemerà e invece so che semmai si sistemerà, prima di allora tutto finirà per sfasciarsi ancora di più. Stanca di chi pensa di liquidare una vita con uno "scusa sempre" che si è stampato sul cuore e non vuole andare via. Stanca di dover scegliere la strada sbagliata e vedere allontanarsi quella giusta. Stanca di vedere gli occhi di mia madre annebbiarsi ogni giorno di più. Stanca di pensare di non avere più diritto ad essere felice...
Ho bisogno di giorni nuovi, ancora incartati, da cui togliere il fiocco e metterli addosso, ho bisogno di silenzio per ascoltare me e quello che il mio cuore mi urla, ho bisogno di speranza, che ho perso nel viaggio e che devo andare a riprendere...
Sono stanca, di quella stanchezza che nessun sonno ristoratore potrà alleviare...
Forse solo un abbraccio, uno che non c'è...

mercoledì 20 luglio 2011

Sogni volati via


Dove vanno i sogni infranti? Dove finiscono i sorrisi, le certezze, le promesse di eternità?... Come palloncini che sfuggono dalle dita di un bambino, volano in alto verso il cielo, diventano sempre più piccoli, sempre più lontani, fino a che non si vedono più e si può solo immaginare dove siano finiti... Di certo si sa che indietro non torneranno, così come nessun palloncino torna giù dal cielo...
A volte capita che il sogno si infranga in un bosco, a volte capita che quel sogno appartenga ad una giovane mamma, bella, innamorata e tradita...
Ma il palloncino che quella giovane donna teneva stretto tra le dita era volato già via molto prima che un orco cattivo le togliesse per sempre il sorriso... Era volato via quando il suo amore aveva detto "no" al "noi" che si erano promessi, quando l'uomo che amava e che credeva l'amasse aveva sostituito il suo sorriso con un altro, quando prima che qualcuno facesse a pezzi il suo corpo, l'uomo a cui l'aveva dato ha fatto a pezzi il suo cuore...
Addio, Melania, anima innamorata, uccisa due volte...

venerdì 15 luglio 2011

Pensieri di luna


...Vorrei riuscire a guardare la luna di questa sera senza sentire forte la morsa della nostalgia... E vorrei sapere se ci riesci tu...

martedì 12 luglio 2011

Caldo


Va bene che d'estate bisogna che faccia caldo... Va bene che ci avevano anche avvertito... Va bene che dopo tanti anni passati fra le montagne avevo dimenticato quanto può essere crudele l'afa del sud... Va bene che su trecentosessantacinque giorni se ne possono sopportare una ventina o poco più con temperature tropicali...
Va bene che siamo in luglio e quindi nel cuore della stagione estiva...
Ma non va affatto bene questa sensazione di liquefazione dei pensieri... Non va bene per niente che alle undici di sera si sia ancora sopra i trenta gradi e sopra il novantapercento di umidità... Non va bene che appena si esce dalla doccia si ricomincia a sudare come dopo aver corso la maratona... Non va bene neanche la sensazione di avere il cemento armato nelle gambe...
Insomma fa caldo, con tutti gli annessi e connessi... Di quel caldo che ti paralizza idee e iniziative, che ti scioglie la voglia di fare come se fosse un cubetto di ghiaccio messo in forno, che ti fa solo pensare a sorsi e vasche piene di acqua ghiacciata...
E se un'irriducibile della canottiera-sempre-anche-d'estate come me si è decisa a lasciare l'inseparabile indumento nel cassetto, significa che è proprio un'estate da bollino rosso...
Della serie: dove non potè l'amore, potè la bolla africana...
Chi vuol intendere...

lunedì 11 luglio 2011

Cose che lasciano il segno


E' come quando togli un anello. Un anello che hai tenuto al dito per tanto, tantissimo tempo. E che poi all'improvviso te lo senti troppo stretto e non sai se è perchè il dito si è gonfiato o perchè...
L'anello è una delle cose che più lasciano il segno: una striscia più chiara sulla pelle abbronzata, un solco leggero sulla carne...
Passano i giorni, i mesi, e quei segni sbiadiscono, ma non scompaiono mai del tutto... Il dito che lo indossava, tutta la mano con lui, portano impresso per sempre il sigillo di quel sottile cerchio di metallo, metallo che è prezioso solo se prezioso è il motivo per cui esiste...un cerchio d'oro dentro il quale sembrava rincorrersi l'eternità...
E quanta fatica si fa ad abituarsi a quella mancanza: ogni altro dito della mano va continuamente alla ricerca di quel cerchietto che manca...
Ma cosa ben più triste è quando, pur sapendo che quell'anello non c'è più, ogni fibra del corpo ne avverte la presenza attorno al dito, tanto che, alla fine, bisogna proprio andare a guardarsi la mano, per convincersi che è nuda...

venerdì 8 luglio 2011

La mia bambina


Ho messo a letto la mia bambina, finalmente. Ha fatto un pò di capricci, come sempre, ma alla fine ha ceduto. Alla fine, cede sempre... e docile, mi dà la mano e si lascia guidare verso il suo letto. Lo guarda con aria strana, sembra che non lo riconosca, fa per tornare indietro, ma basta sussurrarle piano che è ora di dormire e lei si convince. Mentre le sistemo il cuscino, mi sorride sempre e si tende verso di me a chiedermi e offrirmi un bacio, l'ultimo della giornata, l'ultimo di migliaia che mi ha regalato. E io vorrei regalarle il mondo, se sapessi che il mondo è quello che vuole, ma io non so più quello che vuole, perchè la sua voce, che è solo un sussurro, non me lo sa dire. Mi parlano però i suoi occhi azzurri, dentro i quali si vede un lucente riflesso di vita... E mi piacerebbe pensare che domani andremo insieme camminare nei prati, a raccogliere soffioni e margherite, a farne corone da mettere in testa, ma so che domani non succederà niente di tutto questo...Riordino le sue cose, piego il vestito che indosserà di nuovo domani, sistemo le sue ciabattine accanto al letto e le accarezzo piano i capelli bianchi... La mia bambina ha ottantacinque anni e mentre lascio piano la sua stanza ricordo la donna che era e confronto la forza che aveva un tempo con la fragilità che ha oggi e sento di amarla forte, come se l'avessi messa al mondo, lei che ha dato al mondo me...

lunedì 27 giugno 2011

Cambiamenti


Si cambia direzione quando ci si accorge di aver sbagliato strada, si cambia abito quando ci si sente sporchi o inadeguati, si cambia canale quando il programma in tv non ci piace, si cambia anche vita, a volte, o perché si è costretti a farlo o perché quella che si sta vivendo richiede troppo coraggio oppure perché ce n’è un’altra che ci aspetta che sembra più bella, migliore…
Ma cambiare se stessi è solo un’illusione e chi dice di volerlo fare o di averlo fatto in realtà sta prendendosi in giro…
Così come non si può mettere il vento in una scatola credendo che non trovi il modo per soffiare via lontano, così come non si può chiudere in un barattolo l’odore del mare in burrasca illudendosi di poterlo annusare ogni volta che si vuole… allo stesso modo non si può cambiare la natura di quello che si è.
E’ come quando si scrive su una lavagna e poi ci si passa sopra il cancellino: non si cancella mai del tutto quello che c’è scritto…
Puoi andare a vivere da un’altra parte, puoi cancellare quello che c’è stato, puoi cercare di vivere un’altra vita e puoi anche illuderti che sia così, ma dentro di te, nel fondo di quello che sei, nell’ultima stanza della tua casa, quella in cui ti trovi solo davanti a te stesso, sai bene che non è possibile cambiare ciò che sei…purtroppo…

mercoledì 15 giugno 2011

Un abbraccio...


...per me... che oggi mi servirebbe proprio e che lo cerco dappertutto, ma non mi ricordo dove l'ho messo l'ultima volta che l'ho usato...

martedì 14 giugno 2011

Deriva


Forse mi sono distratta... forse guardavo il cielo infinito... o forse era così bello lasciarsi cullare dalle onde leggere che non mi sono accorta che scivolavano in mare...
Fatto sta che i remi di questa barchetta che mi sta portando non si trovano più... e la barchetta non ha motore e non ha timone...
E così mi ritrovo alla deriva, portata ad est ed ovest da venti, ora leggeri, ora tempestosi...
Non ho segnalatori di salvataggio, non ho radio per poter lanciare il mio SOS... Sono sola con me stessa e con l'infinito, alla ricerca di una lembo di terra che si intraveda all'orizzonte di questo spazio infinito...
Ma il tempo passa e l'orizzonte rimane piatto, vuoto, lontano...
La sensazione è nuova e decisamente non è delle più piacevoli: nel silenzio della solitudine il battito del cuore rimbomba forte e segna il tempo che non passa, il tempo che non torna, il tempo che non arriva..
E le paure sono tante: ...e se arriva la burrasca? ...e se la barca si ribalta? ...e se la bonaccia mi lascia ferma e immobile nell'immenso?...
Un'altra notte si avvicina, e di notte in mezzo al mare succedono cose strane: si sente un gran freddo, anche se estate e, soprattutto, si sente la malinconia di voci silenziose che si vorrebbero vicine, anche se ormai non se ne ricorda più neanche il suono... Si ricorda solo che erano voci calde, rassicuranti, avvolgenti e tanto, tanto bugiarde...

giovedì 26 maggio 2011

Sognatrice cronica


“I sogni non svaniscono, sono le persone che li abbandonano”… Non ricordo bene dove ho memorizzato questa frase: forse l’ho letta in un libro, o forse l’ho ascoltata in un film o in una canzone… Fatto sta che in questi giorni mi rigira continuamente nella testa.
Già …i sogni non scompaiono così all’improvviso… siamo noi che, avendo per prima cosa il dono e la fortuna di sognarli, abbiamo, poi, anche la facoltà di lasciarli sbiadire e, lentamente, morire oppure di coltivarli, accarezzarli, coccolarli affinché rimangano, per un po’, solo dei sogni - e che già in quanto tali, sono capaci di mettere le ali al cuore di chiunque, anche della persona più irriducibilmente disincantata di questo mondo - ma che poi possono, come per miracolo, diventare reali, concreti… meravigliosamente vivi…
E allora giù di lena con concime ed annaffiatoio, diserbante e antiparassitario… tutti intenti a far crescere questo germoglio di felicità che abbiamo piantato nel terreno dentro di noi…
Se arriva il vento, corriamo a ripararlo…se viene la pioggia, di corsa con l’ombrello a coprirlo…se viene il sole cocente, pronti a proteggerlo…
Tutto perché non rinsecchisca, non avvizzisca, non ci abbandoni e ci lasci nudi, vuoti, persi…
E se solo sentiamo che il sogno sta scivolando via da noi, avanti con puntelli, corde, funi… a legarlo stretto stretto perché non se ne vada…
Eh, sì…dura vita, quella dei sognatori… ogni giorno a combattere col chi-me-lo-fa-fare, oppure col ma-non-ne-vale-la-pena, o peggio tanto-non-cambia-niente…
Ma noi non ci arrendiamo, rimaniamo qui, con il mento appoggiato alla mano, gli occhi persi nel tempo, col sorriso ebete che ci condisce la faccia, pronti ad aprirlo, quel cassetto dei sogni nascosti, per farne uscire uno soltanto, sperando che - così come fanno certe scialuppe di salvataggio che tiri una cordicella e si gonfiano e ti portano in salvo - a contatto con l’aria e la luce, il nostro sogno diventi realtà…

mercoledì 11 maggio 2011

Chiedimi se sono felice!


E' proprio vero! Basta avere un sogno da sognare per assaporare il gusto dolce della felicità...
E'solo un attimo, una frazione di secondo, ma la senti arrivare mentre cambi marcia in macchina, mentre lasci attraversare un bimbo, mentre, ferma al semaforo, fissi il sole che sta tramontando e che fa dell'orizzonte un'esplosione di colori...
Ne riconosci il sapore, e ti accorgi che non lo sentivi da tanto, troppo tempo...
Ma prima non avevi un sogno, adesso sì... ed è dolce, morbido, leggero e meravigliosamente bello...
Il semaforo è diventato verde, il suono del clacson dell'automobilista che è dietro di te ti scuote... E tu riparti sorridendo, sorridendo al mondo e alla strada che è davanti a te... adesso sai la direzione, conosci la meta, vorresti accelerare per arrivare presto, ma ti costringi ad andare piano... tanto il sogno è lì, ti aspetta e, con lui, ti aspetta un piccolo pezzo di meritata felicità!

giovedì 28 aprile 2011


Quante volte si gioca!
Con le carte, o con i sentimenti, per alcuni non c'è molta differeza. Certe volte a viso scoperto e, molto più spesso, nascondendosi all'altro.
Certe volte ci si concentra fino allo sfinimento per poter battere l'avversario e tante altre lo si lascia vincere, solo per vederlo sorridere.
E per i giorni in cui la fortuna gira dalla propria ce ne sono altrettanti in cui proprio non ne vuol sapere di dare una mano. E quando si pensa di avere in pugno la vittoria, basta un colpo di mano e ci si ritrova battuti, vinti, umiliati...
Quante volte si è riso su un tris uscito al primo colpo, quante volte si è pianto su un tris sfuggito all'ultima carta...
Quante volte io, quante volte tuu...
Ma "è bello il gioco che dura poco"... Evvero, un gioco, anche il più bello, prima o poi finisce... perchè qualcuno vince, perchè qualcun'altro perde, perchè ci si stanca...
O, forse perchè qualcuno cambia le regole senza che l'altro lo sappia o, peggio, perchè bara, si nasconde, imbroglia le carte e...
E, quando succede così, non sempre si ha la forza di arrabbiarsi e, come fa un bambino ferito, rompere il poprio giocattolo e urlare in lacrime io-non-gioco-più... Capita invece che, semplicemente, ci si stanchi di un gioco in cui non si conosce il pensiero dell'altro, del quale non si sanno più le regole, in cui non si sa come si vince, chi vince e come...
Allora si lascia il tavolo, le fiches vinte e quelle ancora da giocare, si raccolgono le proprie cose e ci si incammina via, lontano...
Perchè giocare è bello, è bello gioire per una vittoria ed è bello anche rimanere male per aver perso... Ma soprattutto è bella la lealtà del gioco... è bello il coraggio delle proprie possibilità... è bello puntare tutto quello che si ha sapendo che l'avversario potrà vincere, ma non ti saprà mai umiliare... è bello sapere che puoi vincere e che consolerai l'altro con un bacio...
Questo è il gioco a cui voglio giocare e per il quale non mi tiro indietro...
Di altri "giochetti" non voglio far più parte ed è per questo che ho chiuso la "porta"...
Ma sul mio tavolo c'è sempre un mazzo di carte pronto e un ciotola di pistacchi... basta solo buttar via le maschere, guardarsi nel cuore, mischiare le carte, darne 13 a testa, sorridere e ricominciare da lì...

mercoledì 27 aprile 2011

Il giorno dei giorni


Pensare a un giorno che sorge, che nasce piano infilandosi nella fessura di una finestra sul tetto, che si stiracchia di sbadigli raggianti, con la voglia di rimanere ancora attaccato ad una notte infinita...
Pensare alla promessa che quel giorno porta con sè, all'attesa trepidante delle ore che lo comporranno e al timore che quelle ore possano scappare via troppo in fretta...
E poi sentire il tuono, il fragore immenso di tempesta, il rombo sordo di terremoto, vedere lo scintillio sinistro di mille coltelli taglienti... Avvertire il capovolgersi dell'ordine delle cose, dell'universo, delle stagioni e delle maree... Vedere il proprio corpo catapultato oltre la ragione, verso la follia e verso il desiderio di non essere più...
Sperare che quel giorno finisca e realizzare invece che, nonostante l'avvicendarsi continuo del sole e della luna, quel giorno sarà destinato a non finire mai...
Assistere come anestetizzata al passaggio di 10... 100... e molti altri giorni ancora, fino a che quel giorno è tornato a ripassare di nuovo per di qua ...e stupirsi di come sia stato possibile, se si pensava di non riuscire a respirare nemmeno per un secondo...
E invece respirare è facile, così come mangiare, dormire, ridere, lavorare, parlare, ascoltare... Quello che è difficile, che è impossibile, è vivere...
Vivere, quando sai che sei cristallizzata nel tempo, quando quel giorno non si spegne mai, quando sai che la sera di quel giorno non arriverà... perchè "di sera si ritorna sempre"...mentre "noi" non ritorneremo più...

lunedì 25 aprile 2011

Un giorno liquido


Che ci sono dei giorni dell'anno - pochi, per fortuna - che per me, proprio non dovrebbero arrivare. Ci vorrebbe uno di quei calendari magici che, a comando, saltano i numeri e i lunedì... Già, perchè uno di quei giorni è proprio un lunedì...questo lunedì...
Un lunedì di festa, di uscite, di divertimenti ad ogni costo, di scampagnate, di smontagnate, di jeans e scarpette da ginnastica, di guide turistiche per improbabili itinerari, di appuntamenti alla mattina presto che-sennò-ci-prendono-i-posti-migliori...
Già di per sè, questo giorno è relegato in qualche carpetta del mio schedario personale su cui ci sta scritto "archiviato", per cui non è più consultabile, nè rivedibile...se poi ci aggiungo anche un leggero quanto fastidioso senso di nausea, un desiderio di digerselz simile a quello che si ha quando non si digerisce bene qualcosa, qualcosa che è rimasto proprio nello spazio tra gola e stomaco e fa fatica ad andare giù per via del suo sapore di ipocrisia e falsità, allora questo lunedì potrebbe, anche a mio solo uso e consumo, sparire dal datario.
Se poi, non contenta, considero anche che la giornata di oggi è liquida e opaca, piena di colpi di vento e pioggia di sabbia, una giornata che ti bagna e ti asciuga ripetutamente l'anima, lasciandola, per-di-più, piena di gocce di polvere rossa, allora non-ce-la-si-può-fare ... proprio no!
E penso al mio cesto da pcinic, con i piatti più belli, la tovaglia a quadretti blu, e tutte le cose buone e belle pronte da un tempo che si trascina da sempre, pronte per una colazione sull'erba che mai ci sarà, pronte per le troppe pasquette mancate, mancate come le promesse di chi non sa mantenerle, mancate come le parole che non hanno senso, ma che rompono dighe, provocando alluvioni...
La pioggia trascini questo giorno nei rivoli delle strade, nei rigagnoli sotto i marciapiedi, nel lucido mantello che copre il mondo... lo dissolva, lo sciolga come si fa con una compressa effervescente in un bicchiere d'acqua, così che non ne resti niente, come niente è rimasto di tutto.

martedì 19 aprile 2011

Il nome delle cose


E se le cose fossero esattamente quelle che sembrano?
Già, perchè spesse volte noi anime romantiche ci serviamo di complicatissimi quanto improbabili elaborazioni di pensieri per nascondere a noi stesse delle verità che sono tragicamente semplici nella lora evidenza.
Perchè ci ostiniamo a dare ad ogni cosa una spiegazione che risponde ad aspettative che esistono solo nella nostra mente e, molto più spesso, nel nostro cuore?
E così, nello spazio infinito della nostra immaginazione, un silenzio diventa un discorso interminabile che immaginiamo senza voce solo perchè non si ha abbastanza coraggio per dargliene... Una parola, messa lì da qualche parte, diventa tutto un poema che vuole dirci le esatte parole di cui avremmo bisogno, ma che in realtà, non esistono... Ed una assenza altro non è che la preparazione attenta di un nuovo incontro...
Povere illuse noi... pronte a sferzare a colpi di frustino la nostra fantasia per poter dare alle cose la veste che più ci piace, oppure, per la verità, quella che meno ci fa male...
A dirla tutta, invece, un silenzio è solo la mancanza di cose da dire... Una parola è solo l'espressione temporanea di un gioco crudele... L'assenza è solo voglia di non esserci...
Eh, sì... è dura imparare a ridare alle cose il loro giusto nome...
Il niente è proprio...niente...

venerdì 8 aprile 2011

Dal parrucchiere


Oggi giornata di parrucchiere e quindi, giornata di coccole. E già, quando si va dal parrucchiere ci si sente un pò importanti, no? Specialmente per chi, come la scrivente, non è avvezza al coiffeur settimanale, ma solo a quello periodico, quello dell'oddio-che-ricrescita, oppure del è-ora-che-sistemi-questo-taglio!
E oggi era uno di quei giorni, o forse di tutti e due.
E, si sa, l'appuntamento al "salone" (chissà poi perchè il negozio del parrucchiere si chiama "salone"...quello del mio è più piccolo del soggiorno di casa mia!) serve, oltre che per una risistemata alla testa (solo quella di fuori, però!) anche per una vera e propria full immersion nel pettegolezzo più sfrenato.
Andare dal parrucchiere, così, è quasi come andare nella redazione dell'Ansa... si riesce a sapere tutto di tutti, una specie di gossip nostrano che trasforma la vicina di casa nella Belen della situazione e, nel giro di una tinta, o di uno shampoo vieni a conoscenza dell'imminente matrimonio di Tizia, o della fine del matrimonio di Caio, oppure del fatto che Sempronia ha saputo del pluritradimento del consorte sbirciando casualmente sul cellulare che il fedifrago ha lasciato sbadatamente sul comodino (ma pensa tu!!).
E giù una disquisizione su come l'amato/odiato telefonino sia stato la rovina di tante famiglie (ma non sarebbe meglio dire che la rovina delle famiglia sono certi mariti, o certe mogli?).
Stanca (per ovvi motivi!) del gossip ciarliero delle mie compagne di coiffeur, apro a caso un giornale e ti trovo una risposta ad una lettrice che, proprio a proposito delle rivelazioni a dir poco inopportune, di alcuni cellulari, recita più o meno così: "C'è un piccolo boia che si tiene in borsa, o in tasca, una ghigliottina tascabile che non lascia schizzi di sangue, ma che ugualmente taglia in due. Da qualche anno il cellulare serve a giustiziare la persona che il giorno prima (o anche un minuto prima) si diceva di amare. Una sofisticata bomba a vigliaccheria che esplode in silenzio. Basta digitare e la tua testa (e il tuo cuore) cade giù e capirai di aver fatto sempre l'amore da solo".
Intanto è arrivato l'ultimo colpo di spazzola, l'ultima ventata di phon... uno sguardo allo specchio prima di un leggero puff di lacca e voilà, la messa in piega è finita...
Esci dal "salone" ma ... che distratta... ti accorgi di avere sottobraccio il giornale con "quella" risposta!
...E già, qualche volta il parrucchiere ti sistema di fuori, ma ti sconquassa di dentro!

mercoledì 6 aprile 2011

Vuoto a perdere



Mi ricordo quando, da piccolina, la mia mamma mi mandava al negozio di alimentari con la lista della spesa in una mano e le monete nell'altra.
Ero tutta emozionata perché facevo una cosa “da grande”… Tra le cose che dovevo prendere, c’era spesso una bottiglia di latte, di quelle che il negoziante mi diceva ricordati-che-devi-riportare-la-bottiglia…
Non ne conoscevo ancora il significato, ma quella era una bottiglia vuoto-a-rendere, che bisognava stare attenti a non romperla perché se non la riportavi te la facevano pagare la bellezza di 50 lire…
Un po’ dopo, io già più grande, si cominciò a parlare di vuoto-a-perdere… e cioè che non si doveva più riportare la bottiglia indietro…
Il “vuoto a perdere”, lo dice anche la parola, si può anche perdere, si può rompere, si può dimenticare in cantina, tanto nessuno lo chiederà mai di ritorno.
E allora succede un giorno, in cui cominci a sentirti anche tu un po’ “vuoto a perdere”: vali fino a che contieni qualcosa, qualcosa a cui qualcuno può attingere, e poi non servi più, perché c’è già, da qualche parte, una bottiglia nuova, piena, pronta per essere usata.
Così, come dice la canzone, piano piano diventi “altro da te stessa”... certo, continui a “girare ancora per strada”, continui “a fare la spesa”, ma non ti fermi a cercare “qualche cosa di più”, perché qualsiasi cosa tu trovi, poi ti “tocca di pagarla”, e pagarla cara.
Fossi stata un’altra, fossi stata più attenta - come quando da bambina, portavo la bottiglia del latte senza farla cadere - avrei potuto dosarmi a piccoli sorsi, senza svuotarmi troppo in fretta…
Fosse stato un altro tempo, fosse stato il tempo dei vuoti-a-rendere, quanto meno, prima di essere buttata via, avrei potuto recuperare le 50 lire di cauzione…

"...sono altro da me stessa, sono un vuoto a perdere... sono diventata questa, senza neanche accorgermene..."

lunedì 21 marzo 2011

Primavera


E' primavera...
Tempo di vincere il gelo e proiettarsi verso l'azzurro, che se anche senti il freddo che ti sale da dentro, strabuzzi gli occhi al sole tiepido e luccicante...
Tempo che il grigio del cielo, delle strade, dei pensieri, del mio cuore e della mia faccia si vesta di colore, un colore qualsiasi, giallo o rosa poco importa, purchè sia vivace, purchè cancelli la nebbia e dia luce al mondo...
Tempo che invogli a pizzi e voile e golfini leggeri e sandali ai piedi, insomma a uscire fuori, che dentro si è stati fin troppo e non solo dentro casa, ma dentro ai pensieri, dentro alle lacrime calde, dentro ai "perchè" e ai "percome" che non hanno risposta, dentro ai ricordi di vecchie primavere e dentro ai vestiti che ingoffano e ti fanno sentire brutta, come ti senti...
Tempo che chiuda il tempo del niente, quello che è stato finora, ...niente sorrisi.... niente carezze ... niente tenerezze... niente pensieri che sono pesanti e brutti... e apra al tempo del tutto... del tutto bello, del tutto buono, del tutto facile, del tutto allegro... perchè bello, buono, facile, allegro è sempre, anche quando sembra di no...
Ora si faccia come lo sfacciato e coraggioso bucaneve che non ha paura di togliersi di dosso il gelido mantello e di sfidare l'aria di primavera, anche se questo costa attraversare il freddo della neve... E che quando spunta fuori col suo fiore forte e delicato, sembra dire... ce l'ho fatta, anche quest'inverno l'ho lasciato indietro... ora si rinasce, si rifiorisce, si ricomincia...

martedì 15 marzo 2011

Nel sogno


Ti ho visto... ti ho rivisto... ti ho incontrato nell'unico luogo dove è ormai possibile, lì dove lascio che tu venga ogni notte e lì da dove vai via prima che io possa toccarti... Questa volta ti ho strappato all'oblio, ho trascinato noi due lontano dal risveglio e, insieme, ci siamo tuffati nella soffice ovatta del sogno... Siamo andati a camminare per strade sconosciute ed ho avvertito la conosciuta calda stretta della tua mano... Hai riso con me e nel farlo hai appoggiato la tua fronte alla mia... Ho cercato i tuoi piedi e li ho trovati lì dove sono sempre stati... Ho sentito il sapore solo tuo che entra nelle narici e arriva al cuore... Ho mercanteggiato con il sogno che stavo sognando e ho ottenuto un istante in più, tanto da poterti tenere stretto fino a riuscire a portarti alla mattina, fino alla lieve luce che si insinua tra le ciglia... Eri lì ancora quando il giorno mi tirava via dal cuscino e ti ho intravisto sbiadire mentre, stringendoti, chiedevo al sogno di dormire ancora, di non svegliarsi mai...
Sei andato via dal sogno, ma, distratto, ne hai lasciato un pezzetto piccolo dietro di te... e , prima o poi, dovrai venire a riprenderlo...

lunedì 7 marzo 2011

Avviene così


Avviene come quando tu stai percorrendo una strada che non conosci e segui le indicazioni del tuo tom-tom… All’improvviso succede che prendi una direzione sbagliata.. e te ne accorgi quasi subito, come per istinto, che non stai andando bene, ma, spinta da non si sa quale disegno vai avanti…
E lì che arriva la vocina del gps che ti dice tornate-indietro-quando-potete…
Ma se tu non hai possibilità di tornare indietro, perché non ci sono traverse, perché la strada che stai percorrendo è così stretta da non permetterti manovre, e sei costretta ad andare avanti, il tom-tom, diligente e saggio, riprogramma il percorso e ti porta comunque alla tua destinazione, seppure attraverso itinerari diversi, nuovi, che tu neanche avevi considerato e che, prima di partire, ti sembravano troppo impegnativi, troppo difficili anche solo da immaginare…
Ecco, avviene così! Quando la tua vita sbaglia strada e non c’è possibilità di tornare indietro, ti ritrovi, come il più aggiornato dei navigatori, a riorganizzare il tuo itinerario, sapendo (o sperando?) che, alla fine, giungerai alla meta che hai immaginato.
Ti prepari a vedere nuovi orizzonti, a scrutare nuovi paesaggi, ad attraversare stradine contorte dalle quali temi di non poter uscire mai, così come comode autostrade sulle quali puoi anche permetterti di distrarti e fare-ciao-alle-pecorelle nella campagna.
E aspetti di sentire finalmente quella vocina del tom-tom che ti annuncia allegramente: tra-cento-metri...arrivo!!!

domenica 27 febbraio 2011

PUNTO!


...vorrei che questa pagina tornasse bianca, per scriverci "ti amo"... PUNTO!

mercoledì 2 febbraio 2011

Fedeltà


Un potente sovrano viaggiava nel deserto segui­to da una lunga carovana che trasportava il suo favo­loso tesoro d'oro e pietre preziose.
A metà del cammino, sfinito dall'infuocato river­bero della sabbia, un cammello della carovana crol­lò boccheggiante e non si rialzò più.
Il forziere che trasportava rotolò per i fianchi della duna, si sfasciò e sparse tutto il suo contenuto, perle e pietre preziose, nella sabbia.
Il principe non voleva rallentare la marcia, anche perché non aveva altri forzieri e i cammelli erano già sovraccarichi. Con un gesto tra il dispiaciuto e il ge­neroso, invitò i suoi paggi e i suoi scudieri a tenersi le pietre preziose che riuscivano a raccogliere e por­tare con sé.
Mentre i giovani si buttavano avidamente sul ric­co bottino e frugavano affannosamente nella sabbia, il principe continuò il suo viaggio nel deserto.
Si accorse però che qualcuno continuava a cam­minare dietro di lui. Si voltò e vide che era uno dei suoi paggi, che lo seguiva ansimante e sudato.
«E tu» gli chiese il principe, «non ti sei fermato a raccogliere niente?».
Il giovane diede una risposta piena di dignità e di fierezza: «Io seguo il mio re».

E' difficile rimanere fedeli a sè stessi e alle proprie promesse, se ci si lascia abbagliare dai luccichii ingannevoli del mondo... si finisce col perdere la guida, la dignità, la strada e ciò che conta davvero...

domenica 30 gennaio 2011

Stand-by


Che ci sono dei momenti in cui si vorrebbe premere quel pulsante che ha il disegno di una O aperta in alto da una barretta verticale, quello di "stand-by" che mette il computer in pausa, ne rallenta tutte le funzioni, lasciando solo quel leggero "zzzzzz" di sottofondo e la lucetta che lampeggia a dire guarda-che-ci-sono-sto-solo-in-pausa...
Ma su di me non c'è... l'ho cercato dappertutto, ma non lo trovo... Non c'è un pulsante per mettere in standby un cervello che non riesce più a pensare con lucidità, un corpo che fa ogni passo come lo farebbe uno scalatore con le infradito ai piedi, un cuore che continua ad agitarsi inquieto...
Eppure sarebbe così facile: addormentare per un pò ogni respiro, ogni battito, ogni tremito, ogni fruscio di ciglia, e lasciare solo una piccola lucetta accesa e un impercettibile ronzio...
Ma non si può: bisogna rimanere accesi, bisogna viverla questa crudele vita, viverla in ogni inciampo, in ogni buca che trovi per strada, in tutti i momenti che vorresti non vivere, viverla nelle sue assenze così tanto presenti, nei suoi silenzi, nelle sue urla...
Viverla nei suoi giorni che non hanno inizio e non hanno fine, perchè in loro il tempo si è cristallizzato, e non sai mai quale giorno ti toccherà domani, quali pensieri ti toccherà pensare, che ti sembrano così tanti da non riuscire a contarli e invece tanti non sono, è solo che sono grandi. E non sai se è meglio avere tanti piccoli pensieri che ti gridano nella testa o pochi grandi pensieri che loro stanno in silenzio e a te ti fanno urlare...
E resto così, con la mia voglia di standby, a dirmi che sono giorni brutti, ma passeranno, che ci vuole tempo e pazienza e tutte le altre cose che ci si dice per non precipitare, per non sentirsi triste, disperata, piena di paura come non ci si vorrebbe sentire mai...

giovedì 27 gennaio 2011

Non dimenticare, mai!


Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in sé stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo.
(Etty Hillesum, morta ad Auschwitz a 29 anni per mano della follia nazista)

mercoledì 26 gennaio 2011

Un giorno qualunque


Anche se non respiro e non mi vedo più
in un giorno qualunque dove non ci sei tu.
Anche se aspetto il giorno, quello che dico io,
dove ogni tuo passo si confonde col mio.
Perchè tu sarai sempre il mio solo destino,
posso soltanto amarti, senza mai nessun freno.


Non basta un nome su un calendario a rendere un giorno speciale, specialmente se quel nome, pur essendo il mio, non sa più raccontarmi di me.
E il giorno che doveva essere speciale, è solo un giorno qualunque, un giorno qualunque, dove non ci sei tu.

lunedì 3 gennaio 2011

Les jeux sont fait...


Tredici è un numero fortunato o un numero sfortunato? Per chi non è superstizioso, come me, è solo un numero come gli altri.
Succede, a volte, però che numeri normali, solo perchè accadono in determinati giorni, diventano numeri particolari, che riportano alla mente episodi passati, ma ancora troppo vivi, troppo presenti...
Una strada innevata di montagna, il suono di una campana, il freddo della pietra e il calore tiepido di un camino, la luce fioca di una candela e il bagliore accecante di un sentimento coraggioso e spaventato che chiedeva strada e vita...
E gallerie buie di roccia, due mani che si stringono, occhi che si incontrano e storia che si racconta...
Si torna nel tempo, tredici lunghi passi indietro, ed è tutto ancora lì... basta annusare l'aria... tuffare il cuore nel cuscino del passato... sfiorare con la mano una scala ruvida di legno e morbida di vento, che porta all'eternità...
Ho fatto il mio gioco, la posta alta, il rischio di più...
La ruota ha girato in un verso, la pallina nell'altro... un rimbalzo... un altro... e un altro ancora... poi si è fermata... il fiato sospeso, di giocatore che sa di aver puntato tutto, troppo...
... il banco vince... e insieme alle fiches raccoglie pezzetti di me...
...le jeux sont fait, rien ne va plus...

domenica 2 gennaio 2011

2011 e un giorno


Addio, anno delle “ultime cose”, come l’ultima caramella del pacchetto, come l’ultima goccia di acqua nella borraccia, l’ultima nota della canzone che ami, l’ultimo viaggio, l’ultimo bacio, l’ultimo sorriso, l’ultima inutile promessa…
Addio, anno degli equilibri infranti, degli sguardi umidi lasciati cadere sul passato prima di chiudere la porta…
Addio, anno che hai depositato ricordi uno sull’altro senza darmi il tempo di metterli via in ordine e che ora continuo a spostare da uno scaffale all’altro della mia anima…
Addio, anno crudele che hai cambiato stagioni lasciandomi per sempre in una primavera mai sbocciata, in cui c’è sempre bisogno di un golfino per difenderti dal freddo del cuore…
Chiudo la porta e appendo al muro il calendario nuovo… nuovi giorni, tutti bianchi, tutti da scrivere…
Mi siedo per fare l’elenco delle cose con cui riempire questi nuovi giorni e mi rendo conto che i miei sono desideri troppo difficili da realizzare…
Vorrei sorridere ogni giorno e so che non lo farò, vorrei che ci fosse sempre il sole e so che non sarà così, vorrei quello che ho perso e tempo per andare a ritrovarlo e vorrei saper perdere quello che mi fa stare male, vorrei risposte alle mie domande e so che non ci saranno…
Vorrei che il velo cadesse via dagli occhi di mia madre e di mio padre e ritornassero a correre nel prato tenendomi per le mani e facendomi volare in alto, vorrei che il loro passo fosse sicuro perché adesso è così incerto il mio…
Vorrei che chi mi ha raccontato l’amore ne imparasse a conoscere il significato, vorrei che chi mi ha sorriso capisse quanto quel sorriso ha tagliato, strappato, ferito, vorrei che chi predica il bene sapesse anche farlo…
Vorrei saper vivere ogni istante di questa vita così bella e così preziosa e vorrei non importarmene di chi non se ne importa di me ma, per poterlo fare, dovrei non essere più io, dovrei sostituirmi con un’altra… ma il calendario si cambia, al calendario si volta il foglio… il cuore no, al cuore no…