lunedì 25 aprile 2011

Un giorno liquido


Che ci sono dei giorni dell'anno - pochi, per fortuna - che per me, proprio non dovrebbero arrivare. Ci vorrebbe uno di quei calendari magici che, a comando, saltano i numeri e i lunedì... Già, perchè uno di quei giorni è proprio un lunedì...questo lunedì...
Un lunedì di festa, di uscite, di divertimenti ad ogni costo, di scampagnate, di smontagnate, di jeans e scarpette da ginnastica, di guide turistiche per improbabili itinerari, di appuntamenti alla mattina presto che-sennò-ci-prendono-i-posti-migliori...
Già di per sè, questo giorno è relegato in qualche carpetta del mio schedario personale su cui ci sta scritto "archiviato", per cui non è più consultabile, nè rivedibile...se poi ci aggiungo anche un leggero quanto fastidioso senso di nausea, un desiderio di digerselz simile a quello che si ha quando non si digerisce bene qualcosa, qualcosa che è rimasto proprio nello spazio tra gola e stomaco e fa fatica ad andare giù per via del suo sapore di ipocrisia e falsità, allora questo lunedì potrebbe, anche a mio solo uso e consumo, sparire dal datario.
Se poi, non contenta, considero anche che la giornata di oggi è liquida e opaca, piena di colpi di vento e pioggia di sabbia, una giornata che ti bagna e ti asciuga ripetutamente l'anima, lasciandola, per-di-più, piena di gocce di polvere rossa, allora non-ce-la-si-può-fare ... proprio no!
E penso al mio cesto da pcinic, con i piatti più belli, la tovaglia a quadretti blu, e tutte le cose buone e belle pronte da un tempo che si trascina da sempre, pronte per una colazione sull'erba che mai ci sarà, pronte per le troppe pasquette mancate, mancate come le promesse di chi non sa mantenerle, mancate come le parole che non hanno senso, ma che rompono dighe, provocando alluvioni...
La pioggia trascini questo giorno nei rivoli delle strade, nei rigagnoli sotto i marciapiedi, nel lucido mantello che copre il mondo... lo dissolva, lo sciolga come si fa con una compressa effervescente in un bicchiere d'acqua, così che non ne resti niente, come niente è rimasto di tutto.

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