martedì 17 luglio 2012

Elogio del geranio


E così, mentre tutto attorno a me, in questa valle incantata, era tutto un fiorire di balconi, di tappeti di fiori di ogni colore che si pavoneggiavano da una strada all’altra e che sembravano dirsi gli uni gli altri quanto erano belli, il mio geranio se ne stava lì, da più di un mese, timido, con i boccioli ben chiusi e ben nascosti sotto le foglie.
E a nulla sembrava valere l’essermi trasformata in una specie di donna-che-sussurrava-ai-gerani, io che, ogni giorno, ero lì a raccomandarmi, con voce suadente, perché sbocciasse anche solo un unico, piccolo fiore che potesse dare anche al mio, di balcone, l’illusione di “poggiolo fiorito” come quelli che fanno bella mostra di sé sulle facciate delle case.
Per giunta, la grandine, le piogge e il freddo di questi ultimi giorni, non hanno certo perorato la causa, anzi… per cui mi ero rassegnata ad avere per questa mia prima, nuova estate qui in valle, un balcone “verde”, ecologico più che mai, ma senza macchie colorate.
Invece, no... eccolo qui, il mio piccolo, grande, coraggioso fiore che si è lasciato trovare al mio ritorno a casa, fiero nel suo ergersi a guardare la valle, rossissimo, temerario nel vento del crepuscolo e semplicemente meraviglioso.
E mi scopro ad essere geranio anche io, che dopo essermi nascosta, timida, sotto il manto della malinconia, dei miei reiterati “ormai”, ho finalmente deciso, a dispetto delle intemperie, a dispetto di chi si crede migliore di me, che sbocciare si può, magari un po’ per volta, un petalo alla volta, senza paura che il vento mi pieghi.
E allora andiamo, caro geranio, incontro a questa estate che è già avanti, ma che non è ancora finita, prendiamoci per mano e tiriamoci su, allunghiamo il nostro stelo a lanciamoci in alto. E chissenefrega se il geranio del balcone vicino è più bello di te, e chissenefrega se la signora del balcone vicino è più bella di me…
Oggi siamo solo boccioli, ma domani… domani, vedrai…


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