Il momento del ricordo ti prende così, all’improvviso. Apri cassetti,
svuoti scatole e ti capitano tra le mai frammenti di vita sotto forma di fogli
ingialliti, cartoline e biglietti scritti con calligrafia fine e conosciuta. E la
parte della tua vita che non è mai passata, ti scorre negli occhi, sul cuore e
sotto la pelle… lì dove riafforano odori e sapori che credevi dimenticati ma
che in realtà sono sempre lì, pronti a tornare, pronti a fare male.
E ti chiedi perché tutto quel vissuto sia ancora lì, per
quale misterioso, ma poi neanche tanto, motivo non riesci a svuotare quel
cassetto, a fare cenere di pezzi di storia ingialliti e dall’odore di muffa. Il
perché è perché nonostante il ricordo faccia male, riesci ancora a sorridere
dei momenti che ti ritornano al cuore, di ogni singolo istante a cui ogni
singolo particolare ti riporta, riesci a sentire ancora il profumo di stanze,
di luoghi lontani che riportano alla mente istanti, ore e giorni di pura
bellezza.
E ancora una volta, riponi tutto in quella scatola. E ancora
una volta, ne accarezzi piano il coperchio. E anche stavolta ti regali la
possibilità di aprirla un’altra volta, un altro giorno. Perché se è vero che
ricordare ferisce, è vero pure che sapere di avere amato, senza maschere e
senza bugie, non solo rende meno feroce il ricordo, ma ti rende fiera di quello che sei.
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