martedì 20 luglio 2010

Ricorrenze (2)


“E se fosse per sempre, mi stupirei!”
Una canzone alla radio dice proprio così. Naturalmente nella canzone si parla di amore (di cosa, sennò?...)... dell'amore verso una persona.
Ma l’amore non sempre è solo nei confronti di una persona, c'è amore anche per un’idea, per un progetto comune, per un sogno da realizzare…
Un amore che se fosse per sempre, oggi, susciterebbe stupore, vista la velocità con cui si bruciano incontri, con cui si intessono relazioni che durano il tempo di un battito di ciglia e, soprattutto, con cui si abbandona, senza ripensamenti, quello che fino a qualche giorno prima sembrava lo scopo unico della propria vita.
Ecco che ci si chiede se l’uomo sia davvero capace di perseverare nell’amore, che sia verso l’altro oppure verso un’ideale; se sia capace di vivere la bellezza e il sacrificio che l’amore porta in sè, di sentirne la fatica, di assaporarne il gusto prelibato?
Quanta fedeltà c’è nell’essere umano e, soprattutto, quanta fedeltà egli ha nei confronti di se stesso?
Già, il punto cruciale è questo: rimanere fedeli a se stessi, a quello in cui si crede, a quello che si pensa, a quello che si dice, a quello che si progetta, è la cosa più difficile.
Perché mentire agli altri è semplice: basta mettersi una bella faccia, mascherarsi gli occhi, affittare il sorriso migliore e fare finta di essere quello che non si è.
Cosa ben più difficile è mentire a se stessi: non c’è bella faccia e bel sorriso che tengano; la coscienza sa bene quale sia il vero volto di chi la ospita, ne conosce lo sguardo falso e il sorriso finto…
E mentire alla propria coscienza è quanto di più degradante possa capitare ad un uomo, è l’offesa più grande che egli possa fare al dono della vita e della ragione che gli è stato dato…
Ecco perché chi non è fedele a se stesso, non riuscirà mai neppure ad essere fedele nè ad un’idea, nè ad un progetto e, men che meno, ad una persona!

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