“Mai” e “più” sono parole che non dovrebbero essere dette. Hanno il suono cupo di una porta che sbatte e che non porta con sé l’eco di possibile riaperture.
Peggio ancora è il “mai più”… in quel caso si avverte netto lo
scatto definitivo della serratura e della chiave buttata via.
Eppure la vita di ciascuno è costellate di seconde, terze,
quarte ed infinite possibilità. Quante volte siamo stati perdonati per errori
commessi più o meno consapevolmente? Quante volte abbiamo ricevuto una mano
tesa celata sotto forma di sorriso, di sguardo e semplicemente di presenza?
Siamo abitazioni di coscienze smemorate, di cuori ciechi
ripiegati su se stessi, inconsapevoli che altre coscienze, altri cuori si
muovono nel mondo.
La nostra vita è come gli autoscontri che girano in tondo
dando colpi e ricevendone; solo che sulla pista delle giostre siamo pronti a
dare ed incassare i colpi, sorridere, girare il volante e ricominciare da capo,
mentre sulle strade della vita diamo colpi, a volte anche violenti, senza
chiedere scusa, non perdoniamo quelli che ci danno e di conseguenza distruggiamo
macchinine una dietro l’altra, non rendendoci conto che quel “mai più” ci
lascia tristemente soli sulla pista.