domenica 10 maggio 2015

Mother


Mamma, preparati: oggi vengo a prenderti. È la tua festa e io voglio portarti fuori. Voglio che tu indossi il tuo vestito più bello, quello a fiori che ti piace tanto; ti pettinerò i capelli come ho sempre fatto e ti metterò il rossetto, anche se tu non vorrai. Andremo a passeggiare, tra i fiori e le farfalle e poi ci fermeremo a mangiare un gelato e ci sporcheremo la bocca di cioccolato e di caffè e tutti ci guarderanno e sorrideranno vedendoci ridere come due bambine. Ti racconterò di come sono diventata grande e di come io ricordi ogni giorno tutte le cose che mi hai insegnato e tu mi dirai che non è vero, che io sono ancora la tua piccola e le cose che hai da insegnarmi sono ancora tante. E poi canteremo, sì, canteremo quella canzone che parla di rose e che tu tanto ami: io inizierò la frase e tu la finirai.  E ci terremo per mano per tutto il giorno e ci abbracceremo e tu mi accarezzerai mettendomi a posto i capelli e mi sorriderai e i tuoi occhi azzurri mi avvolgeranno. Aspetteremo che il sole tramonti e torneremo a casa, stanche e felici. Allora ti aiuterò a mettere la camicia da notte profumata di lavanda e ti sistemerò il cuscino perché il tuo riposo sia tranquillo, ti darò un bacio lieve sulla fronte e spegnerò la luce sul comodino…
Ecco, mamma, ora che ti sei addormentata e che non mi puoi sentire, posso finalmente dire che niente di tutto ciò succederà, ma sono dannatamente sicura che quel bacio lieve che ti ho posato sulla fronte tu lo hai sentito per davvero, anche dal fondo del mondo silenzioso in cui vivi adesso e so che da lì continuerai ad amarmi e a sentire forte quanto io ti ami.