venerdì 30 luglio 2010

E ci ricasco....

Ci ricasco ancora, ci ricasco ogni volta… forse è troppo presto, forse è troppo caldo, forse è troppo estate, forse è semplicemente troppo…
Ma basta l’etichetta su una maglia, l’insegna di un negozio, un gelato che cola al lato delle labbra, la confusione di un centro commerciale… e tutto il tempo che credevi andato via ritorna a bussare al cuore…
Scacci con rabbia il pizzicore che ti arriva agli occhi e maledici il vento caldo che ti entra con la polvere negli occhi, ma sai che la polvere non è fuori… è dentro, sai che il vento non agita gli alberi e non gonfia le tende, ma semplicemente scuote le tue fondamenta, quelle che si sono incrinate forte come nell’epicentro di un terremoto…
Ti arrabbi con te stessa per non riuscire a dominare il tremore delle mani che vorresti ferme come ferma è la tua vita e che, invece, come la tua vita tremano forte…
Ci ricasco ancora, ci ricasco sempre…
Perché ancora è troppo, perché ancora è tutto qui…

giovedì 29 luglio 2010

Profumo di casa...


Il chiarore dell'alba entra piano dalla finestra... E il parlottare fitto degli uccelli che cominciano a svegliarsi si insinua lentamente nelle orecchie addormentate.
Tuffo la faccia nel cuscino per evitare che quel bagliore e quel tenero rumorio arrivino a svegliare del tutto i miei sogni.
Ed è lì che mi aspetta... Mi entra dentro ancora più della luce e dei suoni... parte piano dal respiro e arriva nel profondo di ogni fibra di me...
E' l'odore di casa, il profumo di buono delle lenzuola lavate di fresco ed asciugate al sole...
E non so se rimango nel sogno o se mi abbandono ai ricordi, ma so che non vedo più il bagliore tra le tapparelle e non sento più i dialoghi degli uccellini...
D'un tratto ritorno bambina... mi vedo raggomitolata in un lettino che ha lo stesso profumo di questo... Attorno a me un'altra camera e oggetti che ho dimenticato da tempo: una bambola... un vestitino bianco con un grande fiocco, che è domenica e bisogna indossarlo per la festa...
E ancora un odore...di buono e di dolce... quello di mamma, del suo sapone e della sua pelle, perchè lei è sveglia prima di tutti noi ed è già lì a prepararci la colazione...
L'aroma del caffè riempie la casa e si mischia con quello del sugo della domenica, quello che cuoce per ore e che sarà già a metà cottura quando noi ci alzeremo...
Non importa se sono sveglia... non mi alzerò fin quando non verrà la mamma a svegliarmi: farò finta di dormire perchè mi piace quando lei si chinerà su di me per sussurrare il mio nome e dirmi che bisogna alzarsi ed io sentirò forte il suo profumo e mi lascerò abbracciare da lei e dal suo odore...
Poi, da qualche parte abbaia un cane ed il mio ricordo svanisce così...
Il sole non è più solo un bagliore ma è bello alto nel cielo, e i rumori ora sono tanti e diversi...
Sono sveglia adesso e annuso l'aria: non si sente nessun odore, solo rimane forte quello delle lenzuola fresche... il profumo di casa...

venerdì 23 luglio 2010

Partenze...


Ogni anno arriva, inesorabile, il passaggio di boa della partenza per le vacanze estive…
Si tira fuori la valigia e si comincia a buttarci dentro quello che di sicuro non ci servirà, ma che è lì dall'anno prima, solo per essere preso quando si va in vacanza…
La cosa strana è che lì, in fondo all’armadio ritrovi anche quei pensieri grossi e pesanti che pensavi di aver lavato, stirato e messo via definitivamente…
Eccoli lì, taglienti come non mai, e ti chiedi se metterli in valigia oppure no, tanto sai bene che, se anche vorresti lasciarli lì, anche se non ti piacciono, essi ti seguiranno comunque, perché non puoi evitare che girino nella tua mente…
Un pò come quella maglietta di filo che fa tanto autunno, che ti intristisce solo a guardarla, ma che sai dovrai portare inevitabilmente con te, altrimenti cosa indosserai nelle sere fresche d’estate, quando un brivido ti accarezzerà la schiena nuda?
E quando hai tutto pronto, quando tutte le voci dell’elenco che puntualmente fai per non dimenticare nulla, sono tutte spuntate, quando le persiane e il gas sono chiusi, nel momento esatto in cui ti volti per dare un’ultima occhiata alla casa che stai per lasciare solo per qualche giorno, ti rendi conto che hai dimenticato la cosa più importante…
Ti accorgi, lì e in quel momento, che non sai dove stai andando e che la prenotazione per il tuo viaggio tu non l’hai mai fatta …
E parti così, disorientata e indecisa su quale direzione prendere…
Ti affidi, allora, all’unica luce che puoi seguire, così come fa un navigante che nella tempesta intravede un faro in lontananza, e la segui sapendo già che il viaggio sarà lungo, non sarà facile e che avrai tante volte la sensazione di aver sbagliato strada, di dover tornare indietro, anche se sai che indietro non si può..
E alla fine, la strada giusta la troverai… La strada giusta si trova sempre, anche se spesso non è quella che vorremmo… Un cuore dove attraccare, la nostra barca sgangherata lo raggiunge sempre, anche facendo acqua da tutte le parti…
E quella maglietta che fa tanto autunno, alla fine, per il tanto caldo che ci sarà, magari non la indosserai…
E la spiaggia dove camminerai, alla fine, non sarà più di sassi duri e taglienti ma di sabbia bianca e soffice…
E quei pensieri grossi come onde dell’oceano, alla fine, una fine la troveranno anche loro….

martedì 20 luglio 2010

Ricorrenze (2)


“E se fosse per sempre, mi stupirei!”
Una canzone alla radio dice proprio così. Naturalmente nella canzone si parla di amore (di cosa, sennò?...)... dell'amore verso una persona.
Ma l’amore non sempre è solo nei confronti di una persona, c'è amore anche per un’idea, per un progetto comune, per un sogno da realizzare…
Un amore che se fosse per sempre, oggi, susciterebbe stupore, vista la velocità con cui si bruciano incontri, con cui si intessono relazioni che durano il tempo di un battito di ciglia e, soprattutto, con cui si abbandona, senza ripensamenti, quello che fino a qualche giorno prima sembrava lo scopo unico della propria vita.
Ecco che ci si chiede se l’uomo sia davvero capace di perseverare nell’amore, che sia verso l’altro oppure verso un’ideale; se sia capace di vivere la bellezza e il sacrificio che l’amore porta in sè, di sentirne la fatica, di assaporarne il gusto prelibato?
Quanta fedeltà c’è nell’essere umano e, soprattutto, quanta fedeltà egli ha nei confronti di se stesso?
Già, il punto cruciale è questo: rimanere fedeli a se stessi, a quello in cui si crede, a quello che si pensa, a quello che si dice, a quello che si progetta, è la cosa più difficile.
Perché mentire agli altri è semplice: basta mettersi una bella faccia, mascherarsi gli occhi, affittare il sorriso migliore e fare finta di essere quello che non si è.
Cosa ben più difficile è mentire a se stessi: non c’è bella faccia e bel sorriso che tengano; la coscienza sa bene quale sia il vero volto di chi la ospita, ne conosce lo sguardo falso e il sorriso finto…
E mentire alla propria coscienza è quanto di più degradante possa capitare ad un uomo, è l’offesa più grande che egli possa fare al dono della vita e della ragione che gli è stato dato…
Ecco perché chi non è fedele a se stesso, non riuscirà mai neppure ad essere fedele nè ad un’idea, nè ad un progetto e, men che meno, ad una persona!

sabato 17 luglio 2010

L'alba delle Dolomiti...

La sveglia suona inesorabile alle 3 del mattino, ma fa talmente caldo che non si fa fatica ad alzarsi dal letto ed uscire a cercare un po’ di refrigerio sotto un cielo trapuntato di stelle, preludio di una mattina tersa che presto arriverà.
La meta è il rifugio Sandro Pertini, a quota 2300 metri, ai piedi delle montagne maestose del gruppo del Sasso Piatto e di fronte alla Marmolada… insomma, nel cuore imponente delle Dolomiti…
La prima emozione è la montagna lungo la quale sale la cabinovia del Col Rodella illuminata a giorno, quasi a sorridere ai numerosi gruppi di mattinieri ed un po’ assonnati trekkers che si avviano verso la cima…
In quota, a oltre 2500 metri l’aria è meno fredda di come ci si aspetterebbe a questa altitudine e a quest’ora del mattino, ma invita a mettersi presto in cammino verso il rifugio, mentre ad est un leggero chiarore annuncia l’alba.
Man mano che si avanza i contorni del paesaggio diventano sempre più nitidi, le montagne cominciano ad apparire nel tipico colore rosastro della roccia delle Dolomiti, talmente vicine che potresti sfiorarle con una mano e il serpentone di voci, di zaini, di passi avanza nella notte che sta addormentandosi per lasciare spazio al giorno. Il sentiero sembra un lunghissimo tappeto chiaro messo lì da un solerte maggiordomo, che risalta, nel chiaroscuro dell’alba, sul nero dei declivi erbosi che scendono a valle.
Il rifugio appare mentre il cielo ha già ceduto alla luce e le stelle si sono nascoste in attesa di ricomparire a sera, e già decine e decine di giacche a vento colorate sono sparse nel prato… si sorseggia un caffè caldo, ci si rannicchia sotto un sacco a pelo, ci si difende dalla rugiada alpina che decora di mille brillantini le tante specie di fiori di montagna.
Ma cosa, o chi ha tirato fuori dal letto ancora prima dell’alba centinaia di uomini e donne, giovani, giovanissimi e anche un po’ più grandi?
L'incontro, alle 6 del mattino, con un uomo...
Ed eccolo lì, un uomo allampanato, alto e “secco secco”, direbbe lui stesso, che si guarda attorno con aria un po’ spaesata, quasi incredulo nel vedere tutta quella gente che è lì per lui. È Erri De Luca, scrittore, di quelli che ami o che detesti, di quelli che, con i libri che scrivono, ti sanno toccare le corde del cuore. È uno scrittore che narra la sua vita, quella stessa che si vede segnata nei solchi del suo volto, che si scorge nella malinconia dolce del suo sguardo, che si ascolta nella pacatezza della sua voce, che si rivela timida nella semplicità con cui racconta cose complicate, come l’olocausto, come le rivoluzioni sociali e la prigionia.
E mentre ci si abbraccia strette le ginocchia per difendersi dal freddo del mattino di alta montagna, con i primi raggi di sole che lentamente scendono a dare chiarore a tutta la valle, ma che ancora non sono tanto coraggiosi da riscaldare aria e corpi, Erri De Luca comincia a parlare, in piedi e con lo zaino in spalla, come se fosse passato lì per caso e, vedendo un po’ di gente, avesse deciso di dare loro un po’ di sé, ma già pronto ad andare via, a riprendere il cammino verso una nuova meta, verso una nuova scalata o una nuova discesa, nell’altalena tragica e meravigliosa che è la vita.
Delle mille perle che ha lasciato su quel prato, voglio ricordarne una, che è la descrizione di sé data da Erri De Luca, ma che è anche una bellissima metafora di vita: “Io scrivo libri piccoli, che si leggono in poco tempo, perché penso che quando uno scrive è ospite con le proprie pagine del tempo di chi legge e, proprio perché ospite, deve saper andare via quando ancora il padrone di casa desidera che resti”.
Erri De Luca non si risparmia in parole, in gesti, in dediche… e la tanta gente lo avvicina con rispetto, con timidezza, quasi timorosa, per poi ricredersi trovandosi davanti un vecchio amico, che stringe mani e abbraccia sorridendo. E allora trova senso ciò ha detto: “Un poeta deve pagare il conto delle parole che scrive, con una vita corrispondente”…
E non solo i poeti! Tutti dovremmo corrispondere con una vita coerente a quello che andiamo predicando!!! E davanti a noi c’è un uomo che corrisponde in pieno alla semplicità e alla schiettezza di quello che scrive.
Si riprende la strada di casa…. Il sole è alto, le montagne sono lì in tutta la loro maestà, la rugiada si è asciugata e nei prati il lilla, il bianco, il giallo del fiori gareggiano per primeggiare… il sentiero ora è ben visibile e il passo si fa più sicuro…
E ritrovarsi Erri De Luca accanto a sé sul sentiero, a faticare e sudare per raggiungere la cima, e poi scendere con lui in cabinovia è solo il naturale concludersi di un incontro che non passerà senza lasciare segni.
Resta il malinconico rammarico di non avergli detto qualcosa in più, ma forse un “grazie” dritto negli occhi e un sorriso di rimando mentre le mani si stringono, è più di tante parole.


Grazie, Erri!

mercoledì 14 luglio 2010

Ricorrenze...


Le persone che lasciano questa terra non se ne vanno mai del tutto. Rimangono con noi con i ricordi e, soprattutto, con gli insegnamenti che ci hanno lasciato. Tener fede a quegli insegnamenti attraverso una vita coerente e leale, attraverso il rispetto dei sentimenti e della dignità dell'altro, è l'unico modo per continuare ad amare chi non c'è più e l'unico modo per non sentirne ancora di più l'assenza...

martedì 13 luglio 2010

Il mio hobby (2)

Vi avevo chiesto i commenti ai miei lavori crocettosi, ma vedo che non ne è arrivato neanche uno... Ora, considerando il fatto che il mio bloggino non è poi così frequentato (non ancora...), i casi sono due: o quei due o tre che si affacciano a questa finestra non si intendono di ricami (?!), oppure...devo cambiare hobby e dedicarmi a qualcosa di altro...
Ad ogni modo io non mi lascio scoraggiare e, siccome il buio mi ha costretta ad interrompere la mia attuale "fatica a crocette", ne approfitto per regalarvi qualche altra chicca tratta dalle mie creazioni...

...le presine natalizie...


...il fiocco di natale...


...l'asciughino da "uomo"...


...l'asciughino da "donna"


...la coppia di asciugamani...


...il calendario...


...il bavaglino...


...la scatola del tè...


Come vedete, la mia è proprio una passione...
Mi piace non semplicemente eseguire un lavoro, ma soprattutto inventarlo, crearlo, insomma farne un pezzo unico che porta la mia impronta, la mia sensazione del momento...
Così prendo idee e poi sviluppo la mia creazione... con i risultati che avete visto!
E che a me piacciono tanto.
Per cui non cambierò mestiere (non ho mai pensato di farlo!!)... Non potrei non "crocettare": mi rilassa, mi stimola, mi fa pensare e, soprattutto, mi dà tante soddisfazioni...
Allora, arrivederci ai prossimi aggiornamenti...

lunedì 12 luglio 2010

Madiba...


Dalla notte che mi avvolge, nera come la fossa dell'Inferno, rendo grazie a qualunque Dio ci sia, per la mia anima invincibile.
La morsa feroce degli eventi non m'ha tratto smorfia o grido; sferzata a sangue dalla sorte, non s'è piegata la mia testa; di là da questo luogo d'ira e di lacrime, si staglia solo l'orrore della fine.
Ma in faccia agli anni che minacciano sono e sarò sempre imperturbato.
Non importa quanto angusta sia la porta, quanto impetuosa la sentenza... sono il padrone del mio destino...il capitano della mia anima.

(Nelson Mandela - Madiba)

Solo chi ha attraversato l'inferno, e l'inferno inferto dall'uomo, può sorridere al mondo, perchè sa che, oltre qualsiasi ferita, oltre qualsiasi dolore, c'è un'anima che non può essere toccata da nessuna offesa, c'è un'anima che sa rimanere integra...

martedì 6 luglio 2010

Il mio hobby...

Vi ho detto che mi piace "crocettare"?... Che mi diletto, in maniera decisamente indegna, a ricamare a punto croce? Non ve l'ho detto?...
Bè, ve lo dico ora: mi piace crocettare!!!
Da qui a dire che lo so fare, il passo non è lungo, è di più!
Diciamo che sono una dilettante del settore, ma che l'impegno che metto in ogni piccola "opera" è degno di una professionista...
I risultati? Giudicate voi...
Vi illustro una piccolissima carrellata dei lavori che ho realizzato, così mi dite se posso continuare o se... devo cambiare mestiere!!!!

...questo accoglie tutti gli amici che vengono a casa mia...


...il primo quadretto...


...per la mia sorellina...


... di questo sono proprio fiera...


...i mesi di lizzie kate...


Per ora penso che possa bastare. Non vorrei pensaste che mi "allargo" troppo!!!!
Ma presto vi mostrerò altri lavori, soprattutto quelli che sto realizzando in questo periodo, sempre che l'altalena tra entusiasmo e svogliatezza non continui per molto tempo. Già... sarà il caldo, sarà l'estate, sarà qualcosa che non so, ma la costanza non è proprio la mia qualità migliore in questi giorni...
Chissà che un piccolo incoraggiamento non possa tornarmi utile!!!
Allora, fatevi avanti con i commenti e ...staremo a vedere!